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XVI Giorno della Memoria

Ai dirigenti scolastici, ai docenti e agli studenti
Scuole Statali e Paritarie della Lombardia

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.

Primo Levi, “Se questo è un uomo”.

Il 27 gennaio di 71 anni fa i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz furono abbattuti e i prigionieri trovati ancora vivi, liberati. La caduta di quel cancello segnò la fine dello sterminio sistematico di persone di fede, idee e orientamenti diversi od opposti al regime nazista, e tracciò allo stesso tempo un solco doloroso nella coscienza dell’umanità.

Alla scuola e al suo ruolo-chiave nella formazione dei cittadini è stato assegnato un compito cardine all’interno della legge 211 della Repubblica Italiana che, nel 2000, ha istituito in Italia il Giorno della Memoria per ricordare non solo le vittime della Shoah e delle leggi razziali, ma anche quanti protessero e salvarono i perseguitati dal Nazismo, a volte a costo della propria vita. È nelle scuole di ogni ordine e grado che si chiede, in particolare, di narrare e riflettere su quanto accaduto nei campi nazisti, la cui esistenza ancora oggi offende il nostro essere uomini.

Oggi, nel XVI Giorno della Memoria e in un momento storico di grandi emergenze, vi invito al ricordo e all’approfondimento di un tragico periodo della storia del nostro Paese, perché il nostro pensiero critico e la nostra coscienza storica ne siano rafforzati. Ai tanti docenti che daranno vita a iniziative insieme agli studenti, e ai dirigenti che con loro condividono il valore della formazione, auguro anche in questa occasione di rendere la scuola quel laboratorio straordinario dove la conoscenza diventa consapevolezza e il pensiero azione. Perché le radici della violenza e dell’intolleranza non possano mai più trovare terreno.

Milano, 27 gennaio 2016

Il Direttore Regionale
Delia Campanelli